Il bisogno inventa i primi vestiti, l’arte di apparire ne accresce considerevolmente l’uso (Pierre Ambroise Francois Choderlos de Laclos).
La vera intimità è esser nudi da vestiti e poi, per entrarsi dentro, spogliarsi solo dell’anima (Massimo Bisotti, Il quadro mai dipinto).
Utilizzo del modello di relazione con l’io.
L’analisi dell’identità condotta da Pirandello lo portò a formulare la teoria della crisi dell’io. In un articolo del 1900 scrisse: “Il nostro spirito consiste di frammenti, o meglio, di elementi distinti, più o meno in rapporto tra loro, i quali si possono disgregare e ricomporre in un nuovo aggregamento, così che ne risulti una nuova personalità, che pur fuori dalla coscienza dell’io normale, ha una propria coscienza a parte, indipendente, […]” Talché veramente può dirsi che due persone vivono, agiscono a un tempo, ciascuna per proprio conto, nel medesimo individuo. Con gli elementi del nostro io noi possiamo
perciò comporre, costruire in noi stessi altri indi vidui, altri esseri con propria coscienza,
con propria intelligenza, vivi e in atto.
Personalizzazione della relazione
Abbandonando le convenzioni sociali e morali l’uomo può ascoltare la propria interiorità e vivere nel mondo secondo le proprie leggi, cala la maschera e percepisce se stesso e gli altri senza dover creare un personaggio, è semplice mente persona.
Ritrova un nuovo rapporto con il mondo situandosi in una Zona di Confine tra passato e
presente, realtà ed immaginazione, presenza e sparizione,velocità del “mondo esteriore” e
valore della memoria e della riflessione interiore, un Mondo esteriore che ha come sua
dimensione lo spazio e un Mondo interiore che ha come sua dimensione il tempo,
cercando di andare alla ricerca dei dati immediati della coscienza depurandoli da tutto
cio’ che ad essi si sovrappone, cogliendoli nella loro immediatezza.
“Henry Bergson parla di “immediatezza dei dati della coscienza”. Egli, infatti, sottolinea
come troppo spesso interpretiamo erroneamente anche l’interiorità in forma spaziale,
ovvero come commettiamo l’errore di sovrapporre il concetto di tempo a quello di spazio:
si tratta pertanto di ritornare ai dati immediati della coscienza per coglierli nella loro
purezza, cioè nella dimensione temporale, depurando li dagli elementi spaziali a cui ci
siamo erroneamente abituati per via del rapporto che abbiamo con il mondo esterno. E’
ormai nostra abitudine, infatti, ” spazializzare il tempo ” , inquinando in tal modo la
conoscenza interiore: si tratterà dunque di cogliere nuovamente l’interiorità nella sua
dimensione genuinamente temporale.