Stefania Ruffini e Anna Teotti

in Heim  heimlich  unheimlich

La seconda smarrita

In scena due figure cantano danzano raccontano
Azione dopo azione lasciano tracce continuando a nutrire il proprio istinto
La parola , la voce, la danza, il canto come strumenti per rispondere a quelle domande che ci si parano  davanti, domande alle quali forse, non basterebbe una vita per dare una risposta.
Vassilissa…sono io.

 

Progetto
Ci siamo fatte guidare dall’ antica  fiaba russa  “Vassilissa la bella” e  siamo andate alla ricerca di quali erano le parole, le immagini che ci portavano al desiderio di raccontare la storia di questa giovane donna che dopo tanti momenti buii finalmente trova il fuoco, la vita. Vassilissa grazie alla sua bambola, l’istinto, lasciatole dalla madre, trova la casa della Baba Jaga, una strega cha addenta la vita fino all’osso.

Prendendoci cura l’una dell’altra e osservando il lavoro di ciascuna abbiamo incominciato ad incontrarci per scambiarci il nostro linguaggio. Stefania è  danzatrice, Anna è attrice.
Dai nostri incontri nascono sempre nuove domande, ma anche risposte che tracciano il sentiero  drammaturgico dello spettacolo.

Heim  heimlich  unheimlich è un racconto che unisce la danza alla voce. Le due arti si incontrano e dialogano tra loro, con il compito di raccontare la storia di Vassilissa la bella in un susseguirsi di immagini e spazi che si aprono come piccole matriosche. Il linguaggio narrativo è costituito da parole, a volte suoni, gesti codificati o simbolici. Le due interpreti danzano, cantano, interpretano un testo, facendo apparire, in questo scambiarsi di ruoli, i diversi personaggi della storia.

Durante Zanobia#01 in Festival, Sabato 7 luglio presso C.S.A. Baraonda

 

 

 

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