Da dove partiamo
Il progetto nasce e si sviluppa a partire dall’incontro con Khosro Adibi, un artista che lavora nell’ambito internazionale della danza e delle arti performative. Un artista indipendente che, muovendosi da alcune tra le più importanti realtà del teatro e della danza contemporanei europei, è riuscito ad attivare e sostenere in Sud America progetti sociali di cooperazione ed educazione attraverso le arti sceniche (progetto I.P.L. e C.A.E./Fronteras). Un artista che, come tanti, crede nella possibilità di creare luoghi di incontro e appartenenza in cui l’arte divenga tramite di una possibilità di scoperta e relazione con sé e con la realtà cui si appartiene, e di cui sentirsi parte attiva.
ll primo passo è stato dunque il desiderio di ospitare a Milano, sostenendone lo spirito e le modalità d’azione, un progetto già avviato da un artista che alcuni di noi hanno incontrato, con cui hanno studiato e condiviso momenti di ricerca e sperimentazione intorno alla danza e al teatro.
Da qui si è sviluppata una progettualità più ampia e articolata che, pur nascendo da un’esigenza specifica e temporanea (ospitalità e condivisione di un progetto di arte/educazione già in atto), si plasma intorno alla consapevolezza di un’urgenza: creare uno spazio idoneo alle arti performative che possa ospitare, connettere e promuovere confronti e sostegni creativi e artistici e possibilità formative, dove diversi linguaggi ed esperienze possano incontrarsi e comunicare.
Partendo dal nostro linguaggio specifico, la danza contemporanea, in tutte le sue molteplici potenzialità espressive, e dalla metropoli milanese, con le sue multiformi contraddizioni, riconosciamo in primo luogo come risorse quegli spazi che non si reggono su logiche private o di profitto, quei luoghi in grado di accogliere e accettare la complessità e trasversalità dell’arte ed espressione contemporanea. Parliamo dunque di quegli spazi di socializzazione che, per costituzione e per scelta, riescono ad incontrare la natura del fare artistico come pratica di sperimentazione e ricerca che necessita di un tempo e di uno spazio svincolati da restrizioni di alcun tipo (siano le logiche di mercato, i tempi dei teatri “ufficiali” o degli spazi privati). Quegli spazi cioè che riescono a facilitare processi di scambio e di arricchimento reciproco, fondamentali per la crescita personale e collettiva di ogni soggettività (artistica e non).
Il progetto
Consapevoli dunque di confrontarci con domande e questioni vicine a molti e già condivise in vari modi all’interno degli spazi sociali (negli ultimi 10-15 anni pensiamo alle esperienze del teatro presso il Leoncavallo, al laboratorio di teatro e arti circensi in Torchiera, all’attività artistica del Baraonda, alle rassegne e festival promossi dal Teatro alla Scala Pericolante, al progetto del Teatro del Baratto dell’ Arci di Arcore e alla nascita della sala teatrale presso il S.O.S. Fornace di Rho e ad altre realtà indipendenti di vario tipo, tutte esperienze basate sull’autoproduzione e autogestione), ci troviamo oggi coinvolti in un nuovo tentativo di portare avanti concretamente un’idea e un desiderio: avviare un progetto di condivisione attraverso l’arte, in particolare la danza e il teatro, in alcuni spazi “aperti” della città. È un progetto ambizioso che può crescere solo nel tempo, un passo alla volta, un progetto che lavora sulla quotidianità, sugli elementi fisici dello spazio e sulle risorse disponibili, confidando in primo luogo sulle pratiche di autofinanziamento. E’ un progetto che nasce da una volontà di condivisione e di scambio, frutto dell’urgenza comune di un gruppo di danzatori e artisti indipendenti e dell’incontro con le realtà sociali presenti e attive sul territorio di Milano e provincia.
Grazie alla disponibilità e alla sensibilità culturale di alcuni spazi sociali (attualmente sono coinvolti il centro sociale Baraonda di Segrate, la cascina autogestita Torchiera, il Teatro alla Scala Pericolante e il collettivo del centro sociale Boccaccio di Monza, l’Arci Blob di Arcore, l’S.O.S. Fornace di Rho, l’associazione culturale CasaStrasse di Milano), è stato possibile progettare un percorso, che prevede la creazione negli spazi stessi delle condizioni strutturali minime per essere fruiti dalla danza e dal teatro.
Nei mesi di aprile e maggio saranno dunque organizzati eventi, un festival itinerante tra i vari spazi, aperitivi, cene e serate in cui danzatori, performer, musicisti, artisti di varia natura presenteranno e condivideranno il loro lavoro offrendo un confronto e un contributo a sostegno del progetto.